martedì 18 dicembre 2012

Tempo e mente


Abbiamo sempre cercato, fin dall’antichità, di alleviare il dolore, fisico o mentale che sia. Siamo diventati piuttosto bravi nel farlo, sembra quasi che per ogni sofferenza essa possa essere curata da una pillola; si stanno infatti studiando metodi per migliorare l’umore, oppure per diminuire l’aggressività, tutte con lo scopo di farci soffrire meno. Eppure, una delle migliori medicine di sempre, che ci accompagna fin dalla nostra nascita, non è certo stata inventata da noi ed è il tempo. Strano essere il tempo, amico, compagno, ma anche fautore di tensioni, di paure. Einstein per farci capire come esso fosse relativo fece numerosi esempi, i più famosi furono senza dubbio quello della stufa e quello dello specchio. Il primo dice, provate a passare mezz’ora con una bella ragazza o mezz’ora su sopra una stufa, vedrete come nel primo caso vi sembrerà che questo tempo duri pochissimo e quanto invece dura nel secondo! Esilarante anche il secondo, che si fa beffe anche della scaramanzia: per una persona anziana rompere uno specchio porta felicità, averne altri 7 anni di disgrazie!
Si capisce quindi, anche dalle parole di un genio, di quanto il tempo sia mutevole, anche se tutti possiamo convenire su una cosa, a lungo andare esso, per quanto può, ci porta, o almeno ci prova, una cosa bellissima, la pace. Spieghiamo meglio: Come ricordate il vostro passato? Sicuramente ognuno avrà passato momenti belli e brutti, ma ricorderemo meglio i più belli che i peggiori, e anche essi, nel riviverli dopo molto tempo, ci sembrano sempre meno dolorosi di quanto ci erano apparsi, e forse che sono stati. Sia ben chiaro, il tempo non può cancellare il dolore, le ferite ci rimarranno dentro per sempre, molte di esse ci avranno anche cambiato, avranno avuto il loro peso nelle nostre decisioni future, ma cambia il ricordo. Insieme al tempo, un’altra componente fondamentale che ci permette di modificare i nostri ricordi, o di renderli almeno meno amari, è la mente. E’ essa, che nel rielaborarli, accantona quelli più brutti, e quando questo non è possibile li sfuma, li attenua, come un disegnatore che passa le dita sui bordi del suo disegno a matita, per renderlo più etereo, più sfuggente; viceversa quelli belli li esalta, gli crea questo velo quasi bucolico, in un mondo utopistico che non esisteva, non esiste e non esisterà mai. C’è una malattia, fortunatamente molto rara, che può affliggere una persona, spesso dalla nascita, viene chiamata memoria assoluta, o iper memoria. Queste persone ricordano tutto nei minimi dettagli, senza l’uso di qualsiasi tecnica mnemonica; credo che sia una delle malattie peggiori che possano esistere. E’ vero, molte altre malattia solo dolorosissime, portano a menomazioni, e purtroppo alla morte. Ma questa è più subdola, è come un veleno che fa effetto lentamente; pensate di ricordare perfettamente la cosa più brutta che abbiate vissuto, sia che essa è accaduta da pochi mesi o da cinquanta anni, in ogni momento della vostra vita, ripensandoci, è come se fosse ancora lì a soffrire e non potreste farci assolutamente nulla, credo che sarebbe una cosa orribile.
Per tutti gli altri invece, pensate ogni tanto a quello che fanno la vostra mente e il tempo, e ringraziateli...

domenica 2 dicembre 2012

Cambiamento



Siamo ormai arrivati a ridosso dei ballottaggi che decideranno chi nel centrosinistra sarà il candidato premier. Cercherò di analizzare il significato di queste primarie e quello che, almeno io, mi aspetto che faccia il vincitore, ammesso che vinca anche le elezioni politiche.
Sicuramente possiamo affermare con una certa sicurezza che sono state un ottimo esempio di democrazia, il cittadino sceglie (si spera) in base al programma il candidato che ritiene migliore, non gli viene imposto come troppo spesso accaduto in passato. Sono state anche probabilmente le prime vere primarie politiche perché come sappiamo già un’altra volta il centro sinistra le ha fatte, ma a quel tempo c’era Prodi e tutti sapevano come sarebbe andata a finire. Da premiare il coraggio di Bersani, che nonostante fosse il segretario del partito democratico e che lo statuto dica chiaramente che è il segretario il candidato premier, non ha rifiutato il confronto e si è messo in gioco. Questo ha portato a un grande successo di pubblico, tantissima gente si è messa in fila per esprimere la sua preferenza, a dispetto della crescente anti politica che sta dilagando nel paese. Credo che tutte queste persone condividano una speranza, che se si dovessero vincere le elezioni vengano fatte le vere riforme, quelle che possano dare una speranza per il futuro a tutti, specialmente ai tanti giovani che non trovano lavoro: tagli ai costi della politica e più in generale a tutti gli apparati statali, vera lotta all’evasione, andando a colpire soprattutto i grandi patrimoni e chi per anni ha rubato a tutti noi, lotta alla corruzione, il tutto per permettere una diminuzione della pressione fiscale che, per le persone che le pagano, sta diventando giorno dopo giorno insostenibile, e anche per permettere agli imprenditori onesti di sopravvivere. Per quanto riguarda la lotta all’evasione, si deve cominciare anche una battaglia “culturale”, ovvero si deve far capire al cittadino che le si deve pagare per noi, per avere quei servizi vitali di cui necessitiamo, e quindi evadendole abbiamo un vantaggio solo apparente, perché poi a causa di questa diminuzione del gettito fiscale, lo stato è costretto a tagliare i servizi, che quindi toccano a noi pagare.
Ormai si è diffusa in tutta Italia l’antipolitica, ed comprensibile, essi godono di privilegi che in questi tempi di crisi sono vergognosi, però vorrei, più che spazzare una lancia a favore di essa, fare una critica a tutti noi. Sentiamo sempre la parola casta per riferirsi ai nostri politici, ma la casta non esiste. Per casta, come ha scritto giustamente Michele Serra su repubblica, si intende un gruppo ristretto di persone che godono di privilegi superiori rispetto al resto delle persone, e che non permettono l’ingresso al loro interno ad altri, che possiamo definire il popolo. Ma non è questo quello che accade alla nostra politica; i vari Belsito, Fiorito, Minetti, non erano persone di un elite, ma persone normalissime, come quelle che si incontrano ogni giorno per strada, quindi tra la casta e il popolo c’è sempre stato uno scambio anzi, la casta è il popolo con maggiori poteri. Pensate a ognuno di voi, vi trovate, per meriti vostro o di altri, a entrare per esempio in parlamento; avreste il coraggio di dire, io venti mila euro al mese non li voglio perchè li ritengo troppi in questi tempi di crisi, e ne dono buona parte in beneficienza? Oppure, rinuncio all’auto blu, ai biglietti e ai viaggi gratis? Beh, quando ognuno di noi risponderà di si a queste domande, allora e solo allora avremo veramente cambiato l’Italia.