martedì 26 marzo 2013

Il consiglio del Re



Affacciandosi dal balcone della sua stanza, capì che aveva ottenuto tutto quello che aveva sempre sognato; la sua amata che ora era diventata sua moglie, la fine del suo vagabondare, la pace duramente conquistata, e il suo vero valore finalmente sotto gli occhi di tutti. Ora, quella corona, simbolo del suo potere e del suo lignaggio, agognata e temuta per tanto tempo, era appoggiata su una sedia, pronta per essere nuovamente indossata dal nuovo re, che dopo innumerevoli anni Gondor riabbracciava.
Sarebbe stato un giorno importante quello, per Aragorn figlio di Arathorn, era infatti il primo giorno dopo l’incoronazione, avvenuta nella grande piazza in cima a Minas Tirith, il primo giorno senza i suoi amici Hobbit, che erano ripartiti per la loro terra. Di tutte le cose che aveva vissuto negli ultimi tempi, l’incontro con quegli esseri era quello che più aveva condizionato il corso degli eventi. Piccoli uomini, ma con un coraggio superiore anche al più forte e potente re dei Numenoreani, avevano portato la pace nella Terra di Mezzo, una pace che adesso stava a lui difendere.
Anche se era il primo giorno dalla sua incoronazione, sarebbe stato un giorno pieno di decisioni da prendere; era arrivato infatti il momento di decidere di cose fare di tutti gli sconfitti della grande battaglia combattuta contro il nemico Sauron, e le scelte che avrebbe dovuto compiere oggi avrebbero dato un segnale sulla tempra del nuovo re.
“Come mai sveglio così presto? Stai riflettendo su come agire oggi?” Disse Arwen, la nuova regina di Gondor. “Stella del Vespro, mia amata, mia moglie, tante decisioni difficili dovrò prendere oggi, e devo ammettere che sono turbato, non vorrei cominciare il mio regno nel modo sbagliato”, rispose Aragorn “segui il tuo cuore, trova le risposte dentro di te, nel tuo sangue scorre quello degli antichi re, e le tue gesta ti precedono, in pochi sono tornati sani e salvi dallo scontro con Sauron, e ricorda, io sarò sempre con te, in qualunque tua decisione”. Le parole e la voce di Arwen avevano sempre avuto per Aragorn il potere di cancellare i dubbi e le preoccupazioni, e fu così anche il quel momento, ora più tranquillo si sdraiò vicino a lei e si addormentò.
Erano appena passati pochi attimi dal secondo rintocco della campana che sanciva l’ora del consiglio del re, quando le grandi porte della sala del trono si aprirono. Il re e la regina, mano della mano, varcarono le porte, bellissimi e potentissimi nei loro abiti elfici, con incisi il simbolo dell’albero bianco di Gondor, donati dal grande Elrond di Gran Burrone; una volta seduto, il re parlò alla folla “miei sudditi, sono giunto alle seguenti decisioni; voglio che il mio primo atto ufficiale come re di Gondor sia un atto di vita, di pace, e non di morte; quindi ho deciso le seguenti cose; tutti quelli che hanno combattuto contro di noi avranno salva la vita, e saranno condotti ai lavori forzati per un periodo da decidere in base ai loro crimini; ci aiuteranno a ricostruire quanto distrutto, attentamente sorvegliati; in caso di atti criminali però, scatterà la loro condanna a morte immediata, se invece si mostreranno pentiti, una volta finito il loro periodo di detenzione, saranno liberi, liberi di vivere come meglio riterranno.
Decreto anche due giorni di festività, due giorni che saranno il simbolo della gioia per la vittoria contro il nostro più grande nemico, ma anche del ricordo per quanto abbiamo perso. Infatti, abbiamo si vinto una grande battaglia, che ci porterà un lungo periodo di pace, ma come ogni grande battaglia lo abbiamo fatto perdendo molto; vite, amici, persone amate. Da oggi, comincia l’era degli uomini, saremo noi gli artefici del nostro destino, e su di noi da adesso in poi peserà il destino della Terra di Mezzo”.
La sua voce era forte e carica di potere; alla fine del suo discorso, ci fu qualche secondo di silenzio assoluto, poi scattò, incontrollato, un grandissimo applauso, accompagnato da grida di giubilò per quel re, che tanti avevano sognato, un re che avrebbe portato finalmente la giustizia nel mondo, un re dalle mani di guaritore, come voleva la profezia, il re della rinascita, Aragorn figlio di Arathorn...

martedì 19 marzo 2013

Esistenza


Non so a voi, ma a me capita spesso, quando sono solo, di pensare a tantissime cose; succede anche quando sono in compagnia di altre persone, ma nel momento che sono solo con me stesso, questo fatto si amplifica esponenzialmente. I pensieri sono i più disparati, dalla bella ragazza incontrata in treno, al pesante numero di pagine da studiare il giorno successivo. Alcuni pensieri sono legati alla giornata vissuta, altri si ripetono con costanza. Sono felice? Sto facendo qualcosa che mi permetta di sentirmi realizzato? Ecco, questo credo sia il tema fondamentale della vita. Lo aveva capito anche uno degli uomini più influenti e visionari dei nostri tempi, Steve Jobs. In un famoso discorso all’università di Stanford, davanti a centinaia di studenti appena laureati, disse questo “ogni mattina mi guardo allo specchio e mi domando, se questo fosse l’ultimo giorno della mia vita, sarei contento di quello che sto facendo? E quando la risposta è no per troppi giorni, capisco che c’é qualcosa che non va”.
Quando sentii queste parole per la prima ne rimasi molto colpito; penso che il tutto si possa racchiudere in una frase ancora più breve, ovvero la differenza tra vivere ed esistere.
Un uomo che semplicemente esiste è un uomo che si ripete va tutto bene, sono felice, ho tutto quello che ho sempre sognato, magari ha anche un bel lavoro, degli amici, ma che nel profondo del suo cuore sa che gli manca qualcosa, sa che quello che sta facendo non è quello che dovrebbe fare; sono convinto anche io che, nel momento che si trova la vera ragione del vivere, ce se ne renda conto, perché finalmente non avremo più quel vuoto dentro di noi.
Ho sempre detto di non voler insegnare niente a nessuno, vi offro solo un consiglio, un consiglio difficile da seguire, anche per il sottoscritto. Non vi accontentate, continuate a cercare la felicità, non fatevi abbattere dal mondo che cercherà in tutti i modi di farvi arrendere, a volte dovrete combattere, fatelo. Provate, e se sbaglierete, cercate di trovare la forza per rialzarvi e continuare nella vostra ricerca; non vi fate condizionare dagli altri, la felicità degli altri non è la vostra felicità; sento spesso dire, ma come fa a essere felice quello, non ha una famiglia, non sarà ora che diventi più serio? Sono cavolate, quello che può andare bene per delle persone, per altre può essere solo un problema, è la vostra vita, non quella degli altri.
Nella vita non ci si può guardare avanti, bisogna vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo; ci possiamo solo guardare indietro, e se veramente avremmo fatto sempre quello che volevamo fare, capirete di aver vinto la battaglia più grande, quella contro il mondo...

domenica 17 marzo 2013

5 Stelle


L’ Italia come sappiamo, vive un momento molto difficile. Disoccupazione ai massimi, soprattutto quella giovanile, debito pubblico che ha sfondato la quota di duemila miliardi, persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. 
Poco tempo fa, ci sono state le elezioni, che hanno presentato un paese spaccato. L’unico che può giustamente definirsi il vincitore è senza dubbio il movimento 5 stelle, capitanato, se così si può dire, da Grillo e Casaleggio. Nato dal bisogno di rivolta contro i partiti e la loro “casta”, si è sempre caratterizzato per il loro non statuto, per il non essere un partito e per la battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti. Oltre a questo, il movimento presenta un programma con molti punti condivisibili da tutti, anzi, che definirei necessari per il paese, oltre al già citato finanziamento pubblico ai partiti, anche alla riduzione del numero dei parlamentari, la riduzione dell’imposta fiscale per cittadini e aziende, snellimento dell’apparato statale. Nato grazie alla popolarità di Grillo, è andato piano piano  a diventare sempre più grande, sfruttando internet e i social network, soprattutto twitter, per poi attuare una campagna elettorale nelle piazze, a fianco dei cittadini, che lo hanno premiato.
Io comprendo perché molti italiani hanno votato per Grillo; hanno visto in lui l’ultima chance per cambiare, per vedere finalmente realizzate quelle riforme che il paese aspetta da anni, quelle che Berlusconi per 18 anni ha promesso, e che poi non ha mai realizzato, andando invece a pensare più a stesso che al cittadino, e andando a distruggere lo stato sociale e imprenditoriale dell’Italia, in aggiunta al quel poco credito che avevamo all’estero.
Se anche prima del voto, alcune scelte di linguaggio e di gestione di alcune dinamiche interne da parte di Grillo e Casaleggio mi avevano fatto suonare un allarme, quello che sta accadendo dopo il voto mi lascio molto perplesso e preoccupato.
In primo luogo ci sono state le vicende di due parlamentari del movimento, le cui colpe non possono essere attribuite ai due leader ma che ci fa capire come, anche con il loro metodo, non c’é la certezza che all’interno di un partito persone non qualificate o che mentono riescano ad entrare. Sto parlando in primo luogo di Paolo Bernini, che intervistato a Ballarò ha affermato che in America stanno mettendo dei chip all’interno del corpo umano per controllarci, ha parlato poi di massoneria e altro, sembrando più Giacobbo che presenta Voyager che un eletto al parlamento della repubblica italiana.
Ben più grave è il caso di Marta Grande, anch’essa neo eletta nelle file dei 5 stelle, a soli 25 e fatta passare da Grillo come uno dei simboli del cambiamento, per le sue competenze ed età. Peccato che le cose non stavano proprio così; se infatti fino a qualche giorno fa avessimo letto il suo curriculum, la deputata annoverava una laurea e due master, conseguiti in Alabama e Cina. Si sa, le bugie hanno le gambe corte, e ci è voluto poco per capire come stavano le cose; non solo i due master erano palesemente inventati, addirittura uno era in realtà un corso durato solo 62 ore, ma Marta non è ancora laureata! Che sia un amica di Giannino? Chissà..
Passiamo a ieri. Come sapete si dovevano eleggere i presidenti di camera e senato. Dopo molte discussioni, al senato si va verso un ballottaggio, tra Schifani, Pdl, accusato di concorse esterno in associazione mafiosa, e Piero Grasso, PD, ex procuratore nazionale anti mafia. Il movimento 5 stelle decide all’unanimità, almeno a detta di Vito Crimi, il portavoce al senato, ricostruzione smentita da molti senatori che invece dicono viene data la libertà di coscienza, di continuare con la loro strategia, ovvero quella di votare scheda bianca o nulla. Alcuni però, per non rischiare di fare eleggere Schifani, vanno contro tale decisione e votano per Grasso, che così diventa il nuovo presidente del senato. Non sappiamo per l’esattezza quanti, ma possiamo dire un numero che si aggira tra i 5 e i dieci senatori.
Grillo, nella tarda serata dal suo blog si scaglia con i dissidenti, parlando di tradimento e facendo aleggiare lo spettro delle dimissioni. Sono rimasto molto sorpreso, votare per un ex procuratore anti mafia invece di uno in odore di mafia è tradire il movimento? Vuol dire allearsi con il PD? Secondo me la risposta ad entrambe le domande è no.
Inoltre, è questa la democrazia tanto spopolata ai quattro venti? Appena una decina di senatori va contro una decisione quanto meno strana li si caccia? Non si doveva votare caso per caso ogni cosa, valutando se fosse giusta o meno?
Se questo non bastasse, il commento più votato in risposta al post del comico, chiaramente in forte contrapposizione con esso, viene misteriosamente cancellato.
Caro Grillo, non diventare quello che tanto dici di combattere, un dittatore, dai libertà alla tua gente di esprimere il loro parere di confrontarsi e di cambiare finalmente questo paese e non censurare quelli che non la pensano come te. 
E’ vero, il PD ha commesso molti sbagli in questi anni, ha aiutato Berlusconi a rimanere dove è adesso, si è diviso, ha avuto membri che hanno rubato, e molto altro.
Ma su 6-7 riforme, basilari per il paese, che anche il tuo movimento vuole fare, perché non si può trovare un accordo? Vogliamo rimare così solo per uno stupido blocco ideologico?
Abbiamo un occasione unica per cambiare finalmente il paese, facciamolo..

martedì 12 marzo 2013

Domande


“E’ TORNATO!!!!!!!”. Il titolo della gazzetta del profeta era semplice quanto drammatico, con l’aggiunta di una foto in cui si vedeva il cratere formatosi dal fulmine che aveva colpito la strada. Era uno dei tanti privilegi che il capo dell’ufficio Auror aveva, quello di leggere il giornale la sera prima della pubblicazione; stava incominciando a leggere l’articolo quando uno dei ritratti alle pareti emise un colpetto di tosse, Harry si voltò, “il ministro della magia richiede la sua visita immediata signore”. Si alzò dalla poltrona, prese un po di polvere volante e si avvicinò al camino, accese e il fuoco magico e pronunciò “ufficio del ministro” ad alta voce. Si ritrovò in un luogo conosciuto; come capo dell’ufficio Auror infatti, era spesso in contatto con il ministro e il suo staff. Rispetto a quando lui era un ragazzo i tempi erano cambiati, in meglio. Adesso il ministero non copriva più le notizie scomode, non era in contatto con personaggi di dubbia fama e i posti venivano assegnati in base al merito. Lui, insieme ai suoi amici, aveva lavorato duramente per far si che la giustizia regnasse finalmente in quel posto, e dopo tanti anni poteva constatare che aveva raggiunto un’altro importante obiettivo. 
Uscendo dal camino, ci si trovava in mezzo a un lungo corridoio, da una parte c’era un ascensore, che veniva utilizzato da tutte le altre persone che non avevano il privilegio di arrivare in quel posto tramite polvere volante, e dall’altra, dopo una scrivania, c’era una porta nera, liscia, a Harry ricordava ogni volta quella dell’ufficio misteri; alle pareti, ritratti di personaggi famosi intenti nelle loro imprese, Silente contro Grindelwald, lui stesso contro Voldermort, era riuscito anche a far mettere Dobby che combatteva per salvargli la vita, di lui non si sarebbe mai dimenticato, del contributo unico che aveva rivestito per il mondo magico, e soprattutto della bontà che possedeva, quando in quel periodo nessuno pensava che un elfo domestico potesse avere dei sentimenti.. Si diresse velocemente verso la scrivania, “Signore buonasera, prego, il ministro la sta aspettando” disse la segretaria. Harry bussò ed entrò, l’ufficio del ministro era molto spazioso, a destra un enorme camino acceso, a sinistra un mappamondo sospeso a mezz’aria con  dei puntini rossi sparsi, che sapeva si riferivano a fatti, persone o eventi di particolare rilevanza per il mondo magico, al centro poi, una bella scrivania in legno. Sorrise al ministro, un’altro amico, forse qualcosa di più..
“Ministro” disse, molto serio, “Harry, quante volte ti ho detto di chiamarmi per nome? Sei sempre stato come un figlio per me!”, disse il ministro, leggermente risentito, “ti stavo solo prendendo in giro Arthur, anche in questi momenti tragici, bisogna sempre cercare di essere positivi”, “Si, hai ragione, perdonami, ma questa notizia è veramente terribile, aggravata dal fatto che arriva completamente inaspettata, l’ufficio mi dice che ci sono arrivate già migliaia di lettere di persone terrorizzate, e non accennano a diminuire, inoltre ho letto la copia del profeta di domani, si creerà il panico più totale”, “lo so, la stavo leggendo anche io, però credo che la gente abbia il diritto di sapere, abbiamo sempre combattuto per questo”, “lo so lo so, infatti non mi sono opposto, questa sera darò una conferenza stampa, preferisco che sia io ad avvertirli per primo”, “ottima idea, di la verità, non tralasciare niente, ma cerca di trasmettere fiducia, come hai sempre fatto”, Arthur sorrise per un momento, ma la gravità degli eventi non gli permise di farlo per molto “allora, cosa ne pensi, hai delle novità da comunicarmi?”, “non molte, ho messo tutto l’ufficio in allerta, ho sospeso le indagini per tutti i casi meno rilevanti,  così ho creato una task-force di oltre cento persone dedicata unicamente a questo caso, e mi sono messo in contatto con gli altri uffici, se avranno segnalazioni le invieranno direttamente a me”, “molto bene, almeno saremo pronti” disse Arthur Weasley “lo saremo”, disse Harry con forza, “adesso siamo molto più organizzati di trent’anni fa, e posso garantire per tutti gli auror sotto il mio comando, sono persone oneste; il problema è, come hai giustamente detto tu, che questa notizia ci giunge totalmente inaspettata, le cose da capire sono due: come abbia fatto, e se ha avuto uno o più aiuti esterni. Per rispondere alla prima domanda ho messo al lavoro i migliori auror specializzati in incantesimi oscuri, e chiederò anche a Hermione di unirsi a loro, può sempre conoscere qualcosa che è sfuggito agli altri, lo sai come è fatta; ho anche chiesto al ritratto di Silente se aveva mai sentito di una cosa del genere, e mi ha risposto di no, tutto molto strano e inquietante..” “sei andato a Hogwarts? Come mai?” domandò con un’espressione sorpresa il ministro, “c’era una cosa che dovevo fare, preferisco però che la conosca meno gente possibile, se non ti dispiace” rispose Harry con un tono che non ammetteva repliche, “d’accordo, mi fiderò, come sempre; passando alla seconda tua domanda, pensi che qualcuno lo abbia aiutato?” “sappiamo che Voldermort è sempre stato capace di trovare numerosi seguaci, ma dopo trent’anni e soprattutto dopo la battaglia combattuta ne sono rimasti veramente pochi, che non siano morti o in galera, stiamo controllando”, disse Harry, “benissimo, voglio essere informato anche alla minima novità” concluse Arthur ,“certamente, appena avrò qualcosa te la comunicherò, ci vediamo”, si strinsero affettuosamente la mano.
Harry uscì dalla stanza, ripensando al fatto di essere pronti per una nuova guerra che si stava materializzando all’orizzonte. Lo erano, soprattutto lo era lui stesso; quando era ragazzo, aveva combattuto una guerra pensando sempre che sarebbe morto, d’altronde lui, un ragazzo appena maggiorenne che neanche aveva terminato la sua istruzione scolastica, doveva combattere contro il più potente mago oscuro della storia, normale pensare al peggio; era rimasto nell’ombra, agendo solo il minimo indispensabile, lasciando che Voldermort uccidesse e distruggesse a suo piacimento. Ma oggi no, non l’avrebbe più permesso, stavolta sarebbe stato lui il cacciatore, l’avrebbe braccato prima che potesse distruggere di nuovo il suo mondo; se lo era ripromesso il giorno del loro ultimo, almeno lo pensava a quei tempi, scontro, nessuno sarebbe più morto per difenderlo, adesso era lui che avrebbe difeso gli altri....
                                                                                                                            Continua

martedì 5 marzo 2013

Vuoto


Una parete bianca...
Sta aspettando, aspettando che qualcuno la colori, che faccia scorrere un pennello, o che lanci della vernice su essa, per dargli un senso, un motivo, una ragione.
Noi siamo così, come quella parete, nasciamo bianchi, immacolati, e dal quel momento ogni giorno ne dipingiamo una piccola parte. La vita non è bianca e nera, anzi, assume tutte le tonalità di grigio, i gialli, i rossi, pareti ogni volta diverse, come ognuno di noi è diverso dall’altro, per quanto molti si sforzino ad assomigliare a qualcuno, chissà perché poi...
Molte pareti se viste da lontano hanno una forma ben definita, riflettono persone che hanno costruito qualcosa, altre invece sono come i quadri di Picasso, non ben definite, altre ancora mancano di un significato, una via che ancora non hanno trovato.
Ogni disegno fatto, ogni linea, ogni tratto rimane indelebilmente, per quanto a volte cerchiamo di cancellarla, ma non ci è concesso, non possiamo cambiare parete. L’unica cosa che ci è concessa è la possibilità di dipingere altre pareti, non nostre, a volte con un piccolo punto quasi invisibile, a volte come uno splendida immagine di un sole che sorge, altre come uno squarcio immenso al cui interno possiamo vedere solo l’oscurità; ovviamente, anche la nostra viene colorata a nostra insaputa, con gli stessi risultati.
La parete non sa cosa diventerà, non conosce chi o con cosa verrà dipinta, non sa se sarà bella quando nota le prime crepe della vecchiaia; arriverà poi un giorno, inesorabile, per alcune pareti previsto da tempo, per altre terribilmente sorprendente, in cui dovranno farsi da parte, in cui verranno demolite, perché non possono stare lì per sempre, altre pareti, più giovani, più forti aspettano il loro spazio e il loro momento per essere dipinte...

Oggi il mio momento scrittura è cominciato così, bianco, vuoto; non solo per il bianco di un foglio che dovevo riempire, ma anche per le idee, spesso si vorrebbero dire molte cose, ma alla fine nel momento di farlo si rimane senza parole, un silenzio carico di significato, ma anche di paura, rabbia. E’ arrivata poi questa metafora della vita sotto forma di parete, che ho trovato molto calzante nel mondo di oggi, chissà se vi è piaciuta.
Vorrei terminare con una riflessione sul finale, che come avete capito riguarda la morte.
Tutti ne abbiamo paura, anzi, le persone che lo negano sono forse quelle che la temono di più. Essa ci fa paura per varie ragioni; è inevitabile, tutti prima o poi ne dovremo fare la sua conoscenza, ma nello stesso tempo è ignota, non sappiamo se soffriremo, cosa proveremo, cosa diventeremo, soprattutto, SE diventeremo qualcosa; qualcuno ha il sollievo della religione che lo supporta, altri neanche quello.
Per quanto ne possiamo avere paura, non possiamo però negare l’utilità della morte. Essa elimina il vecchio per dare spazio al nuovo, se non ci fosse non ci sarebbe neanche la vita a questo punto, e vivremo per sempre, il sogno di molti; si, forse una vita che dura cento, duecento anni non sarebbe male, ma poi? La storia si ripete, siete sicuri che vorreste farlo per sempre?
Infine, come spesso dico riflettiamo, pensiamo. Credo che se riflettessimo veramente su tutti questi significati della morte, apprezzeremmo molto di più la vita...