martedì 5 marzo 2013

Vuoto


Una parete bianca...
Sta aspettando, aspettando che qualcuno la colori, che faccia scorrere un pennello, o che lanci della vernice su essa, per dargli un senso, un motivo, una ragione.
Noi siamo così, come quella parete, nasciamo bianchi, immacolati, e dal quel momento ogni giorno ne dipingiamo una piccola parte. La vita non è bianca e nera, anzi, assume tutte le tonalità di grigio, i gialli, i rossi, pareti ogni volta diverse, come ognuno di noi è diverso dall’altro, per quanto molti si sforzino ad assomigliare a qualcuno, chissà perché poi...
Molte pareti se viste da lontano hanno una forma ben definita, riflettono persone che hanno costruito qualcosa, altre invece sono come i quadri di Picasso, non ben definite, altre ancora mancano di un significato, una via che ancora non hanno trovato.
Ogni disegno fatto, ogni linea, ogni tratto rimane indelebilmente, per quanto a volte cerchiamo di cancellarla, ma non ci è concesso, non possiamo cambiare parete. L’unica cosa che ci è concessa è la possibilità di dipingere altre pareti, non nostre, a volte con un piccolo punto quasi invisibile, a volte come uno splendida immagine di un sole che sorge, altre come uno squarcio immenso al cui interno possiamo vedere solo l’oscurità; ovviamente, anche la nostra viene colorata a nostra insaputa, con gli stessi risultati.
La parete non sa cosa diventerà, non conosce chi o con cosa verrà dipinta, non sa se sarà bella quando nota le prime crepe della vecchiaia; arriverà poi un giorno, inesorabile, per alcune pareti previsto da tempo, per altre terribilmente sorprendente, in cui dovranno farsi da parte, in cui verranno demolite, perché non possono stare lì per sempre, altre pareti, più giovani, più forti aspettano il loro spazio e il loro momento per essere dipinte...

Oggi il mio momento scrittura è cominciato così, bianco, vuoto; non solo per il bianco di un foglio che dovevo riempire, ma anche per le idee, spesso si vorrebbero dire molte cose, ma alla fine nel momento di farlo si rimane senza parole, un silenzio carico di significato, ma anche di paura, rabbia. E’ arrivata poi questa metafora della vita sotto forma di parete, che ho trovato molto calzante nel mondo di oggi, chissà se vi è piaciuta.
Vorrei terminare con una riflessione sul finale, che come avete capito riguarda la morte.
Tutti ne abbiamo paura, anzi, le persone che lo negano sono forse quelle che la temono di più. Essa ci fa paura per varie ragioni; è inevitabile, tutti prima o poi ne dovremo fare la sua conoscenza, ma nello stesso tempo è ignota, non sappiamo se soffriremo, cosa proveremo, cosa diventeremo, soprattutto, SE diventeremo qualcosa; qualcuno ha il sollievo della religione che lo supporta, altri neanche quello.
Per quanto ne possiamo avere paura, non possiamo però negare l’utilità della morte. Essa elimina il vecchio per dare spazio al nuovo, se non ci fosse non ci sarebbe neanche la vita a questo punto, e vivremo per sempre, il sogno di molti; si, forse una vita che dura cento, duecento anni non sarebbe male, ma poi? La storia si ripete, siete sicuri che vorreste farlo per sempre?
Infine, come spesso dico riflettiamo, pensiamo. Credo che se riflettessimo veramente su tutti questi significati della morte, apprezzeremmo molto di più la vita...

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