martedì 19 febbraio 2013

Ritorno


Le 17.00, le 17.02, le 17.05, Harry sbuffò, ma cosa avevano fatto alla sveglia, ci avevano gettato sopra un incantesimo pietrificatore? Si affacciò fuori dal suo ufficio. Gente indaffarata dappertutto, chi intenta a leggere una strana pergamena con simboli che cambiavano, chi interrogava un vampiro dall’aria famelica, chi cercava di aprire una grossa cassa che urlava; la solita routine, d’altronde se ti trovi nell’ufficio degli Auror da così tanto tempo, poche cose ti possono stupire, specialmente per una persona che ne ha vissute di tutti i colori fin dall’infanzia. Richiuse la porta, dove c’era impressa una targhetta dorata che diceva “Mr Harry Potter, direttore”. Era strano non avere da fare, per il capo della sezione Auror, ma stava cercando di delegare, Ginny ultimamente lo tormentava chiedendogli di non esporsi troppo, sulla soglia dei 50 anni e con tre figli ormai grandi voleva un marito per cui non dovesse ogni singolo giorno aspettare con ansia il suo ritorno; mancava poco meno di un’ora al finire del suo orario di lavoro, e non vedeva l’ora di materializzarsi a casa e mangiare.
E’ strano come a volte, quando si pensa a queste cose succede sempre qualcosa, così fu anche quel giorno; uno stormo di gufi plano e si posò su ogni scrivania, altra gente che si materializzò e iniziò a urlare, in pochi minuti fu il panico.
“Silenzioooooo” urlò Harry, “state calmi e ditemi cosa è successo”, riprese il panico, stavolta condito da una frase, “E’ TORNATO!!!”. Per un momento, pensò a uno scherzo, si girò pensando di vedere Ron che gli diceva, “ci sei cascato Harry”, ma le facce di quelle persone erano tutto tranne che allegre, qualcosa doveva essere accaduto, e non era una cosa allegra. Si materializzò anche Ron, lo prese per un braccio e lo trascino nel suo ufficio.
“Ron che diavolo sta succedendo? Come avrai potuto vedere di fuori c’è il panico, centinaia di gufi con lettere, gente terrorizzata, stanno dicendo, è tornato, cosa intendo, chi è tornato? “Harry siediti”, era tanto che non vedeva la faccia del suo migliore amico così funerea, almeno da quando...
“Stavo conducendo un’ispezione a Diagon Alley, le solite cose sai, e mentre passeggiavo per arrivare a Notturn Alley, all’improvviso il cielo si è oscurato, nuvole nere si sono addensate. Dopo non molto c’è stato un fulmine, non era naturale, era immenso, sembrava, non lo so, carico di male; ha colpito il terreno, e si è aperta una voragine, la gente era molto spaventata, ma il peggio doveva ancora arrivare. Fece una pausa, era chiaro che gli avvenimenti di quel pomeriggio l’avevano scosso, sembrava difficile per lui proseguire nel suo racconto. “Vai avanti, cosa è successo?” “E’ lui Harry, so che sembra impossibile, ma è uscito dal terreno”. Le ultime parole di Ron gli arrivarono distanti, come se venissero da un passato ormai dimenticato, si sedette.
“Ma è impossibile Ron, l’abbiamo sconfitto 32 anni fa, ricordi? Io, tu, Hermione e tutti gli altri, con enormi perdite” “Lo so Harry, ho perso anche un fratello quel giorno, ma ti dico che è lui, non ci son dubbi”. Harry prese il telefono e chiamò casa, “Harry, come mai sei ancora al lavoro, cosa ti avevo detto, devi cominciare a delegare!” “Ginny ascolta, tornerò tardi questa sera, non ce la farò per la cena, non aspettarmi alzata” “Harry cosa succede, ti conosco, qualcosa ti turba” “Ti spiegherò tutto al mio ritorno, ora devo andare”. “Dovevi dirglielo” disse Ron, “lo so, ma non c’è l’ho fatta”.
Arrivò Hermione, sembrava molto scossa, la notizia stava viaggiando velocemente evidentemente, “Harry, Ron, cosa sta succedendo? Ci sono voci in giro, dicono delle cose assurde, che Voldemort è tornato!” “E’ così cara, l’ho visto io”; Hermione barcollò, fece Ron fece appena in tempo a estrarre la bacchetta e far apparire una sedia.
“Ron, prendi il mio posto per qualche ora, io devo fare una cosa” “Adesso Harry, ti sembra il momento? Il ministro della magia sicuramente vorrà parlarti, bisognerà organizzare molte cose, dove devi andare?” “A Hogwarts, non credevo sarebbe mai accaduto, ma devo riprendermi qualcosa che mi appartiene”. Hermione spalancò la bocca, “Harry, non avrai intenzione di riprendere la bacchetta di Sambuco? Lo sai che è pericolosa!”
“Ne sono consapevole Hermione, sono stato proprio io a non volerla, ma se davvero Voldermort è tornato, non posso fare altro, dovrò usare il suo potere. Non lascerò che distrugga il nostro mondo che abbiamo faticosamente ricostruito, o che Silente, Fred, Lupin, Dobby, siano morti invano, l’abbiamo sconfitto una volta, lo rifaremo.”
Harry chiuse gli occhi, quando li riapri vide davanti a se ergersi il castello di Hogwarts, il primo posto che aveva chiamato casa...

                                                                                                                       Continua....

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