martedì 15 gennaio 2013

Casa


Premessa. Questo post è completamente differente da tutti gli altri. E’ un piccolo omaggio all’opera monumentale e geniale di  J.R.R Tolkien. Molti di voi conosceranno il signore degli anelli grazie alla trasposizione cinematografica di Peter Jackson. Il libro, ben più vecchio, si inserisce invece in una compendio di scritti che narrano eventi anche di molte ere precedenti. A mio parere, la grandezza dello scrittore è stata quella, oltre di aver dato un grande pathos al racconto, di aver creato non solo una storia, ma un universo a se stante, che parte dalle divinità e dalla creazione, fino ad arrivare al più piccolo essere vivente che vive in quella terra. Ma andiamo al sodo; sotto troverete un breve racconto di mia creazione, che narra degli eventi successivi al Ritorno del Re. La mia prosa non sarà di certo all’altezza di quella di Tolkien, a cui chiedo scusa in anticipo...

Mentre veleggiavano verso la terra di Valinor, la dimora dei Valar, i grandi e potenti dei che erano con Iluvatar, creatore di tutte le cose, prima di ogni altro, Frodo per un momento rimase inquieto, pensando a cosa avrebbe trovato al di la del mare. Era una sensazione strana, perché fino a quel momento ogni vecchio timore e dolore, ricordo di un tempo che sembrava assai più remoto di quanto in realtà fosse, si era dissolto, il dolce scivolare della candida nave unito ai canti degli elfi presenti, rendevano il viaggio simile a un bellissimo sogno, in cui nessuno si vorrebbe svegliare. Si rivolse quindi a Gandalf: “Gandalf dimmi, sei già stato in queste terre, e cose puoi dirmi su di esse?”, non nascondendo un certo nervosismo. “Frodo, stai tranquillo” disse lo stregone, cogliendo al volo il suo tono “Io non sono stato mai a Valinor, ma dai racconti degli elfi, che hanno avuto il privilegio di risiedere con le divinità da tempo immemore, è un paradiso; vedrai cose che, anche a persone che come te hanno vissuto diverse avventure, non si sono mai sognati. Alte torri che al confronto quella di Orthanc sembra una pietruzza, distese di diamanti colorati, e laghi infiniti dove perdere la cognizione del tempo. Per me, te e Bilbo, uno stregone e due hobbit, essere ammessi in questa terra è un grande onore, un riconoscimento per quello che abbiamo fatto per salvare la Terra di Mezzo dal male, come avevano fatto gli stessi Valar molto tempo fa, ben prima che gli elfi misero piede sulla terra”. Da quando lo conosceva, Gandalf aveva sempre avuto la capacità di rassicurare, questa volta però ci riuscì solo in parte, rimase in Frodo un senso di inadeguatezza.
I giorni passarono, ben più di quelli percepiti, e alla fine sentirono la nave approdare. Frodo uscì e rimase senza parole, ma non per l’immenso palazzo che sembrava emanare luce propria di fronte a loro, talmente alto che la sommità si perdeva nelle nuvole, e dove vedeva elfi di alto lignaggio che conversavano seduti su nuvole, bensì per un tratto più in lontananza, immerso nel verde, dove vide la Contea, si, proprio quella che aveva lasciato giorni fa. Capiva la stranezza di quello che vedeva, eppure la somiglianza era stupefacente; stesse case basse, distese di verde e alberi fruttati, fumo bianco che fuoriusciva dai camini, riusciva addirittura a sentire l’odore dell’ amata erba pipa. Stupito, si girò e si ritrovo vicino dama Galadriel, che gli sorrideva “portatore dell’anello” disse “forse non comprendi quello che vedi, cercherò di spiegartelo in termini che tu possa capire; questa terra, abitata dai creatori di tutte le cose, è divisa in due zone, una comune a tutti, dove puoi vedere il grande castello di Manwe, signore dei Valar, e l’altra invece che viene plasmata a seconda dei nostri desideri. Tu, come tuo zio, vedete la vostra terra, che era e da adesso sarà per sempre, la vostra dimora”.
Allora ogni sensazione di disagio che aveva avuto fino a quel momento si dissolse, e con un gran sorriso, il nostro piccolo eroe si voltò verso suo zio, che aveva la stessa sua espressione, e gli disse “zio, siamo a casa”...

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