domenica 17 marzo 2013

5 Stelle


L’ Italia come sappiamo, vive un momento molto difficile. Disoccupazione ai massimi, soprattutto quella giovanile, debito pubblico che ha sfondato la quota di duemila miliardi, persone che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. 
Poco tempo fa, ci sono state le elezioni, che hanno presentato un paese spaccato. L’unico che può giustamente definirsi il vincitore è senza dubbio il movimento 5 stelle, capitanato, se così si può dire, da Grillo e Casaleggio. Nato dal bisogno di rivolta contro i partiti e la loro “casta”, si è sempre caratterizzato per il loro non statuto, per il non essere un partito e per la battaglia contro il finanziamento pubblico ai partiti. Oltre a questo, il movimento presenta un programma con molti punti condivisibili da tutti, anzi, che definirei necessari per il paese, oltre al già citato finanziamento pubblico ai partiti, anche alla riduzione del numero dei parlamentari, la riduzione dell’imposta fiscale per cittadini e aziende, snellimento dell’apparato statale. Nato grazie alla popolarità di Grillo, è andato piano piano  a diventare sempre più grande, sfruttando internet e i social network, soprattutto twitter, per poi attuare una campagna elettorale nelle piazze, a fianco dei cittadini, che lo hanno premiato.
Io comprendo perché molti italiani hanno votato per Grillo; hanno visto in lui l’ultima chance per cambiare, per vedere finalmente realizzate quelle riforme che il paese aspetta da anni, quelle che Berlusconi per 18 anni ha promesso, e che poi non ha mai realizzato, andando invece a pensare più a stesso che al cittadino, e andando a distruggere lo stato sociale e imprenditoriale dell’Italia, in aggiunta al quel poco credito che avevamo all’estero.
Se anche prima del voto, alcune scelte di linguaggio e di gestione di alcune dinamiche interne da parte di Grillo e Casaleggio mi avevano fatto suonare un allarme, quello che sta accadendo dopo il voto mi lascio molto perplesso e preoccupato.
In primo luogo ci sono state le vicende di due parlamentari del movimento, le cui colpe non possono essere attribuite ai due leader ma che ci fa capire come, anche con il loro metodo, non c’é la certezza che all’interno di un partito persone non qualificate o che mentono riescano ad entrare. Sto parlando in primo luogo di Paolo Bernini, che intervistato a Ballarò ha affermato che in America stanno mettendo dei chip all’interno del corpo umano per controllarci, ha parlato poi di massoneria e altro, sembrando più Giacobbo che presenta Voyager che un eletto al parlamento della repubblica italiana.
Ben più grave è il caso di Marta Grande, anch’essa neo eletta nelle file dei 5 stelle, a soli 25 e fatta passare da Grillo come uno dei simboli del cambiamento, per le sue competenze ed età. Peccato che le cose non stavano proprio così; se infatti fino a qualche giorno fa avessimo letto il suo curriculum, la deputata annoverava una laurea e due master, conseguiti in Alabama e Cina. Si sa, le bugie hanno le gambe corte, e ci è voluto poco per capire come stavano le cose; non solo i due master erano palesemente inventati, addirittura uno era in realtà un corso durato solo 62 ore, ma Marta non è ancora laureata! Che sia un amica di Giannino? Chissà..
Passiamo a ieri. Come sapete si dovevano eleggere i presidenti di camera e senato. Dopo molte discussioni, al senato si va verso un ballottaggio, tra Schifani, Pdl, accusato di concorse esterno in associazione mafiosa, e Piero Grasso, PD, ex procuratore nazionale anti mafia. Il movimento 5 stelle decide all’unanimità, almeno a detta di Vito Crimi, il portavoce al senato, ricostruzione smentita da molti senatori che invece dicono viene data la libertà di coscienza, di continuare con la loro strategia, ovvero quella di votare scheda bianca o nulla. Alcuni però, per non rischiare di fare eleggere Schifani, vanno contro tale decisione e votano per Grasso, che così diventa il nuovo presidente del senato. Non sappiamo per l’esattezza quanti, ma possiamo dire un numero che si aggira tra i 5 e i dieci senatori.
Grillo, nella tarda serata dal suo blog si scaglia con i dissidenti, parlando di tradimento e facendo aleggiare lo spettro delle dimissioni. Sono rimasto molto sorpreso, votare per un ex procuratore anti mafia invece di uno in odore di mafia è tradire il movimento? Vuol dire allearsi con il PD? Secondo me la risposta ad entrambe le domande è no.
Inoltre, è questa la democrazia tanto spopolata ai quattro venti? Appena una decina di senatori va contro una decisione quanto meno strana li si caccia? Non si doveva votare caso per caso ogni cosa, valutando se fosse giusta o meno?
Se questo non bastasse, il commento più votato in risposta al post del comico, chiaramente in forte contrapposizione con esso, viene misteriosamente cancellato.
Caro Grillo, non diventare quello che tanto dici di combattere, un dittatore, dai libertà alla tua gente di esprimere il loro parere di confrontarsi e di cambiare finalmente questo paese e non censurare quelli che non la pensano come te. 
E’ vero, il PD ha commesso molti sbagli in questi anni, ha aiutato Berlusconi a rimanere dove è adesso, si è diviso, ha avuto membri che hanno rubato, e molto altro.
Ma su 6-7 riforme, basilari per il paese, che anche il tuo movimento vuole fare, perché non si può trovare un accordo? Vogliamo rimare così solo per uno stupido blocco ideologico?
Abbiamo un occasione unica per cambiare finalmente il paese, facciamolo..

1 commento:

  1. Anche io sono abbastanza perplesso: a parole il M5S si è sempre scagliato contro la corruzione, ma al momento in cui il PD è venuto a Canossa proponendo loro di formare assieme un governo che avesse come primo punto una seria e rigorosa legge anti-corruzione loro hanno detto di no: il M5S è dunque colluso coi corrotti?
    Se impediranno col proprio comportamento la formazione di un governo riformista, che oltre alla suddetta legge anti-corruzione avrebbe pure in programma il conflitto di interessi, misure urgenti per il lavoro e altri provvedimenti anti crisi che non possiamo più rimandare, avranno rivelato di essere i veri nemici del cambiamento: di fatto, avranno salvaguardato l'esistente rivelandosi stampella del malaffare.
    Ieri erano davanti ad una scelta netta fra un magistrato anti-mafia e un indagato per mafia e sono andati in crisi, giudicandoli uguali: mi domando che pasticcio combineranno la settimana prossima.

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